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Il castello
Il castello
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Descrizione
Il Castello è posto alla confluenza di due torrenti, Tile e Zemola (affluenti della Bormida di Millesimo), a controllo di un antico percorso romano collegante Ceva e la pianura padana con Savona e la costa.
L’andamento è piuttosto irregolare, perché delinea grossomodo un perimetro trapezioidale, ma è condizionato dagli scoscendimenti rocciosi. Quattro torri squadrate ne rilegano i vertici. Sulla parte alta delle mura si nota una cornice in cotto, che disegna un elegante motivo tardomedioevale, a dente di sega. Il percorso d’accesso, recentemente riscoperto, si svolgeva sotto le mura e sotto il tiro dei difensori; stretto e scosceso si concludeva in salita di fronte a un ponte levatoio, difeso da un munito corpo di guardia.
Il nome “Vineale” compare per la prima volta nel 999, in un diploma di OttoneIII, che lo dice dipendente dalla chiesa di Savona.
Non è per ora nota, però, una data precisa per la fondazione del castello. A controllo del passaggio una qualche fortificazione, o anche solo una torre di avvistamento, poteva esserci stata in qualunque epoca. L’importanza strategica della posizione si accrebbe dopo lo smembramento aleramico del 1142, quando n zona si trovarono a confinare e a contrastarsi i marchesati di Savona, Clavesana, Ceva e Monferrato.
Probabilmente il castello si ingrandì nel corso del XIV secolo, fino a raggiungere le sue massime dimensioni, testimoniate dall’attuale cinta muraria.
Fu poi ben mantenuto, abitato e presidiato durante la lunga dominazione dei Del Carretto. Ulteriori lavori di adeguamento interno, testimoniati da aggiunte e riprese murarie non ammorsate, possono essere stati eseguiti dai Del Carretto, ma anche dopo, dai successivi proprietari.
Nel 1686 il castello passò agli Aremberg, marchesi di Grana, e poi, nel 1741, ai Savoia. Dopo di allora due fatti d’arme interessarono direttamente l’edificio.
Il primo, marginale, riguarda la gurra di successione d’Austria (1744-48): unità piemontesi ivi accampate vennero sorprese dagli Spagnoli e dispersi. Il secondo, fondamentale, riguarda la campagna in Italia di Napoleone (1799): i Francesi incendiarono e minarono il castello, che fu così ridotto allo stato di rudere,imponente, ma sempre più in rovina.
Il borgo sottostante, che sorgeva ad est del castello, venne anch’esso abbandonato, a causa di una eccezionale piena dei due corsi d’acqua, da cui venne spazzato via quasi completamente.
Nei primi anni Ottanta del novecento il Comune rilevò la proprietà del Castello dalla famiglia Centurione. Il ministero dei Beni Culturali potè così intervenire con i primi consolidamenti della torre di sud-est, che minacciava di abbattersi sulla strada sottostante.
Da allora il Castello è diventato sede di manifestazioni culturali che si svolgono tutte le estati tra i mesi di giugno e luglio.
Tratto da “Relazioni su cento lavori” A cura di Liliana Pittarello
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